IL PROGETTO
ACP COLLECTION è uno spazio fisico e concettuale, nato dall’idea di ripensare i luoghi di lavoro, affinché in misura sempre maggiore possano diventare luoghi versatili, aperti alla partecipazione e alla condivisione, nei quali perseguire una condizione di benessere che nasca da un ritrovato e rinnovato equilibrio. L’elaborazione del progetto risale al periodo immediatamente successivo alla pandemia: cessata l’emergenza, si sarebbe potuto scegliere di ritornare alla confortante routine di prassi aziendali consolidate; si è invece scelto di sperimentare il cambiamento, rafforzando la centralità che i concetti di “sostenibilità” e “wellness” rivestono nella filosofia imprenditoriale dell’ecosistema ACP. Valori che costituiscono veri e propri asset strategici e guidano un percorso di crescita responsabile.
Perché COLLECTION? Non soltanto perché l’idea di collezione rimanda immediatamente al mondo dell’arte e l’arte gioca un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità di questo spazio e dell’intero progetto. Ma anche perché collezionare significa “mettere insieme” un patrimonio di pensieri, oggetti e soprattutto persone; significa considerare che nello stare insieme di pensieri, oggetti e persone s’incontrano e s’intersecano il pubblico e il privato, la dimensione professionale e la dimensione individuale delle nostre esistenze. A questo incontro, a questo intersecarsi occorre prestare attenzione, occorre attribuire valore, come alle cose preziose e fragili allo stesso tempo.
COLLECTION si riferisce, dunque, prima di ogni altra cosa, all’importanza del “prendersi cura”: dell’ambiente, troppe volte minacciato; della nostra salute, troppe volte trascurata; della nostra vita intima e sociale, che facciamo fatica a ricalibrare costantemente. Il “prendersi cura” che assume un ruolo fondamentale anche nel contesto della politica e dell’etica d’impresa, orientando pratiche di sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Impegno, azione trasformativa e atto di connessione, per riscrivere, dunque, il significato di benessere, affrontando le sfide del nostro tempo.
Per definire l’identità, la forma e i molteplici significati dello spazio, fisico e concettuale, in cui trova sede il progetto ACP COLLECTION, MATTEO SANNA ha appositamente concepito l’installazione Listen Closely.
L’opera scaturisce da un lungo processo creativo, condotto dall’artista in assoluta coerenza con la sua più ampia ricerca e costantemente nutrito di scambi e confronti con il committente.







L’INSTALLAZIONE ARTISTICA
Listen Closely è un’installazione site specific di MATTEO SANNA. Ancor più che site specific, si configura come un vero e proprio intervento d’arte ambientale, nel senso più estensivo e complesso, in un’accezione che dello spazio per il quale è stata elaborata abbraccia le prerogative fisiche e paesaggistiche, storiche, antropologiche, insieme alle sue destinazioni funzionali.
Si compone di due grandi scritture di luce al neon, inserite armonicamente, con rispetto, tra le grandi finestre con affaccio sul porto, nel punto centralissimo e nevralgico in cui la città è piana, aperta, accogliente. Le finestre sono interpretate come soglia, reale e metaforica, che mette in comunicazione il dentro e il fuori, facendosi dispositivo di rinegoziazione del vivere comunitario. Per questo, il focus visivo e simbolico delle due scritture coincide con la linea dell’orizzonte, punto liminale dove Cagliari si mescola con altre città, altri lidi, altre culture. Per la luce del neon, che vuole rigorosamente realizzato con accuratissima perizia artigianale, Sanna ha scelto l’argon, gas naturale, sostenibile, altamente reattivo, capace di assumere cangiantismi cromatici sempre differenti in base alla reazione determinata dai colori del contesto.
Le scritture di luce poggiano su superfici specchianti, che si riflettono a loro volta negli specchi montati sui pilastri, in un rimando di punti di vista e di prospettive, che abbracciano al contempo l’esterno, l’interno e l’immagine di chi guarda. Un frammento di specchio si ritrova anche sul pavimento, dove sono state lasciate visibili le tracce delle pareti abbattute, dei lavori compiuti per trasformare quelli che fino a poco tempo fa erano uffici tradizionali, introducendo un ulteriore ordine di connessioni con la storia dello spazio, dell’intero edificio e dei suoi differenti utilizzi nel corso degli anni, tra un passato e un presente che convergono nella costruzione del futuro.
L’esperienza dello spazio e del tempo diventa così un’esperienza immersiva e performativa, di grande potenza estetica ed emotiva, che ci coinvolge e ci chiama in causa. Non soltanto attraverso lo sguardo.
Listen Closely – Ascolta attentamente – è l’invito che ci rivolge Matteo Sanna. Ascolta il mare, che unisce, come l’arte. E ascolta le persone. Perché ascoltare, forse ancor più che guardare, vuol dire entrare in relazione, prestare attenzione, attribuire valore.
Listen Closely – Ascolta attentamente – perché niente dura, Nothing Lasts. Niente è eterno. Niente è certo, tranne le nostre fragilità. E delle fragilità occorre prendersi cura.

MATTEO SANNA
Nato a San Gavino Monreale nel 1984, Matteo Sanna ha vissuto e lavorato a Napoli, Roma e Milano.
Da qualche anno ha scelto di tornare ad avere base in Sardegna e da qui muove per le città europee dove opera ed espone.
L’ARTISTA
Nell’arco di un percorso lungo ormai quasi vent’anni, ha indagato differenti medium e linguaggi – pittura, disegno, fotografia, scultura, installazione – sperimentando una gamma di materiali spesso insoliti, eterodossi. La materia del fare arte, infatti, non è mai, per Sanna, soltanto materia, ma parte integrante del pensiero estetico. Talvolta, è propriamente una materia organica, parla dell’eterno avvicendarsi – nella natura e nell’arte – di nascita e morte. Sono i fiori pregni di colore, le erbe selvatiche della sua terra d’origine e d’elezione, luogo al quale tornare ma dal quale ciclicamente e inesorabilmente andar via. Anche quando la materia ha una matrice industriale, come nel caso del neon, reca con sé la fragilità e la voluta imperfezione della lavorazione rigorosamente artigianale, che ne fa un dispositivo suscettibile di cambiamento, disponibile alla diversità.
Fragilità, imperfezione, cambiamento, diversità sono i cardini dell’intera poetica di Sanna, raffinato, acuto indagatore di un concetto dell’identità in cui privato e pubblico coincidono, che non è fissata una volta sempre, ma cambia e si determina, in costante divenire, dall’interazione con quanto circonda, con quanto inaspettatamente entra nel nostro cammino, con l’altro da noi. Rivestono in tal senso valore emblematico le opere intitolate Fragili fraintendimenti: vasi – recuperati, provenienti da altre vite, altre storie – che l’intervento dell’artista fa implodere e rinascere, e che di quella implosione conservano le tracce, segni inconfutabili della bellezza, mai indolore, generata dall’incontro di esistenze. Fragili fraintendimenti è un titolo che, come tutti i titoli delle opere di Sanna, colpisce dritto, e forte, facendo affiorare repentinamente brandelli di ricordi nascosti in posti reconditi della nostra memoria e della nostra pelle. Sulla pelle, oltre che nella nostra memoria, lascia le sue tracce anche il mare. Come la salsedine sulla pelle sono dipinti su carta realizzati con l’acqua del mare di Sardegna, ognuno con l’acqua di un mare sempre diverso: l’acqua evapora, rimangono i cristalli di sale, che sedimentano, s’incrostano alla superficie, conferiscono al colore consistenza e brillantezza, componendo una mappatura geografica ed emotiva di rara intensità.
Nella geografia artistica di Sanna, della quale rappresenta una perfetta sintesi, si innesta ora, l’installazione Listen Closely, che il mare invita a guardare, e ad ascoltare. Attentamente.
Matteo Sanna espone in contesti nazionali e internazionali di grande rilievo culturale. Sue opere sono state acquisite per autorevoli collezioni d’arte contemporanea. È rappresentato dalla Galleria NM Contemporary, nel Principato di Monaco.
ACP Collection è anche questo:
un luogo dove l’arte non è un elemento accessorio, ma un valore fondante.